Il provvedimento dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri verso la metà di marzo e interesserà circa 850 mila soggetti percettori che rimarranno senza sussidio da agosto
LINEE GUIDA:
Obbligo di formazione con un meccanismo di presa in carico e avviamento da parte dei CPI (centri per l’impiego).
Patto di attivazione digitale insieme al Patto di servizio.
In pratica, i percettori di MIA dovranno impegnarsi a svolgere gli obblighi formativi previsti dalla Legge e accettare proposte di lavoro che riceveranno attraversi Centri per l’Impiego. Così come previsto dalla Legge di Bilancio, le offerte non si potranno rifiutare, pena la decadenza dal sussidio e dal programma di riqualificazione e reinserimento lavorativo.
Le sedi di lavoro devono essere nella provincia di residenza o province limitrofe.
Sono ammissibili anche proposte di contratto a 30 giorni.
DIMINUISCE L’ASSEGNO:
Se i percettori sono soggetti occupabili l’assegno è pari a 375 euro;
se i percettori sono soggetti NON occupabili, l’importo è di 500 euro.
Per i nuclei con persone occupabili la MIA scadrà dopo 12 mesi, rinnovabili per altri 6 (con sospensione di un mese tra le due domande).
Si torna, dunque, ai 18 mesi complessivi, ma con la novità che, trascorso un anno e mezzo, si potrà ripresentare la domanda.
Un trattamento preferenziale è riservato ai nuclei svantaggiati, ossia senza soggetti occupabili o con presenza di minori, di disabili o di over 60. Per queste famiglie la durata massima del sussidio MIA sarà pari a 24 mesi.
REQUISITI ISEE:
Tetto massimo di reddito pari a 7,200 euro, rispetto ai 9,360 attuali.
Tutto ciò detto, la norma ha ancora margini di rimodulazione. Pertanto, si conoscerà nella sua interezza e applicazione solo dopo approvazione in Consiglio dei Ministri.