Visita di revisione disposta dall’Inps

L’Inps non può procedere ad una visita di revisione revocando il beneficio già concesso in sede giudiziale

L’Inps non può procedere ad una visita di revisione revocando il beneficio già concesso in sede giudiziale procedendo ad una nuova valutazione medico-legale, ma deve dimostrare l’effettivo miglioramento delle patologie (che difficilmente si verifica per gli anziani o per chi è affetto da malattie croniche o rare).

La vicenda processuale

Il caso prende origine dalla vicenda di una cittadina che anni fa aveva presentato domanda presso la Commissione Invalidi per il riconoscimento del proprio stato di invalida civile.

La Commissione aveva negato il riconoscimento del beneficio e la signora aveva avanzato ricorso in tribunale.

Il ricorso era stato accolto e la ricorrente con sentenza era stata riconosciuta invalida civile.

Successivamente l’Inps ha convocato la signora a visita di revisione e a seguito di questa visita aveva revocato il beneficio già concesso giudizialmente sulla base di supposti, ma non meglio precisati, miglioramenti delle condizioni di salute.

La signora ha impugnato detto provvedimento, ma sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello in secondo grado avevano dato ragione all’Inps.

La signora non si è arresa ed è ricorsa in Cassazione.

Ebbene, la Corte ha accolto il ricorso sancendo un importante principio di diritto, che dovrebbe essere tenuto nella massima considerazione dai tribunali di merito: quando l’oggetto della controversia è un verbale di revisione, con revoca del beneficio (concesso con sentenza passata in giudicato) per generici miglioramenti delle condizioni di salute, ebbene tale generico riferimento a presunti asseriti miglioramenti non è sufficiente, bensì è necessario procedere ad un serio confronto tra le condizioni di salute che hanno legittimato il riconoscimento in sede giudiziale e quelle verificate in sede di visita di revisione.

Il rispetto di questo importante principio di diritto significherebbe una riduzione degli abusi dell’Istituto previdenziale nella soppressione dei benefici assistenziali riconosciuti in sede giudiziaria, e consentirebbe una più pregnante tutela dei diritti dei cittadini più fragili anche perché la stragrande parte delle patologie in virtù delle quali si può riconoscere lo stato di invalido tendono a cronicizzarsi e ad aggravarsi con il trascorrere del tempo. La Corte di Cassazione ha posto un principio a tutela degli anziani e dei soggetti più deboli ed è il caso che i Tribunali ne portino il pieno rispetto.

Corte di Cassazione, Ordinanza n. 26050/2019 del 15.10.19

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