Andare in pensione con Opzione Donna nel 2022, se passerà l’ipotesi di proroga, sarà più conveniente. Vediamo le novità, i nuovi requisiti e le anticipazioni.
Sommario
La Legge di Bilancio 2022
Con la Legge di Bilancio 2022, in attesa della prossima, più volte annunciata, riforma delle pensioni, il Governo confermerà e potenzierà alcune misure, tra cui Opzione Donna e Ape Social. Sono state infatti queste misure ritenute in grado di incontrare le esigenze delle fasce di lavoratori più deboli e svantaggiati senza troppo gravare sui conti pubblici.
Opzione Donna è stata utilizzata da molte donne per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, accettando di farsi calcolare l’assegno previdenziale con il sistema contributivo puro anziché con quello misto.
Opzione donna senza arrotondamento
Le lavoratrici, a fronte della penalizzazione sul calcolo dell’assegno, potranno andare in pensione a 58 anni d’età (le dipendenti), a 59 anni d’età (le autonome), purchè (per entrambe le categorie) con 35 anni di contributi.
A fronte di:
a) Pensione anticipata: 41 anni + 10 mesi di contributi (7 anni in più di lavoro);
b) Pensione di vecchiaia: 67 anni d’età e 20 di contributi (9 anni in più di lavoro per le dipendenti, 8 per le autonome).
Opzione Donna 2022: i nuovi requisiti
All’orizzonte potrebbe esserci:
a) Opzione Donna 2022: 59 anni d’età (le dipendenti); 60 anni d’età (le autonome). Non solo, ciò che rende l’opzione più interessante è che si potrà fare affidamento su un sistema di calcolo meno penalizzante, almeno nel caso in cui si abbia un anno in meno di contributi versati prima del 1996 da migrare nel sistema contributivo. E questo perché più si andrà avanti con Opzione Donna, meno saranno le lavoratrici con anni di contributi versati prima del 1996 (alle quali si applicherebbe il sistema contributivo) e minori saranno le penalizzazioni sull’assegno previdenziale. Andare in pensione con questa opzione diventerebbe sempre più conveniente.